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British Suzuki Gala 8-9 Aprile 2023: diario di una mamma genitore nostro Supporter

Suzuki Gala

Questo è il “Diario” di una mamma (Beatrice), che è una dei genitori nostri Supporter, come abbiamo scritto nel precedente articolo.

Il 2 ottobre 2018 il British Suzuki Institute annunciava un evento entusiasmante: nell’aprile del 2020 si sarebbe tenuto il Suzuki Gala alla Royal Albert Hall.

Non potevamo mancare: eravamo appena tornati dal Graduation Concert di Caserta, carichi di quella pienezza, che solo gli appuntamenti “corali” Suzuki possono suscitare.

E così ci siamo iscritti, preparati ed eravamo pronti a partire.

Il resto purtroppo è storia: il Gala è stato cancellato per la pandemia e abbiamo dovuto attendere l’Aprile 2023 per assaporare di nuovo la gioia indescrivibile di trasformare questa idea in qualcosa di concreto, ma non avevamo davvero idea di cosa avremmo vissuto.

Edoardo, nel frattempo, è cresciuto e potrà suonare tutto il programma dall’inizio alla fine: una sfida importante, ma che è pronto a raccogliere dopo la sua partecipazione all’orchestra lirico sinfonica esibitasi durante la European Suzuki Convention di Cuneo nel 2022.

7 aprile si parte da Bologna: imbarcare il violino fa già venire la pelle d’oca!

Sin dall’arrivo all’aeroporto di Heathrow iniziamo ad incontrare i primi musicisti e a scambiare timidi sorrisi con le famiglie, che li accompagnano. Il nostro albergo è a poche decine di metri dal Royal College of Music dove si tengono le prove e lungo la strada è tutto un via vai di violoncelli, violini, e flauti a frotte

  • piccoli
  • grandi
  • sudamericani
  • asiatici
  • nordeuropei

 

una sfilata di valige e custodie, di occhi curiosi e facce allegre.

Sabato 8 aprile accompagniamo Edo all’accreditamento del suo gruppo.

Viene accolto da ragazzi volontari, che gli danno il benvenuto e gli porgono una shopping bag contenente la sua maglietta celebrativa, un adesivo per la custodia del violino e un braccialetto giallo che avrebbe dovuto tenere fino alla fine del concerto della domenica.

Una simpatica signora in maniche corte porta tutto il corteo di musicisti a piedi verso il Royal College of Music e dopo una breve attesa durante la quale Edo ripassa il lungo repertorio, ci saluta un po’ teso e lo vediamo scomparire dietro a quelle porte che custodiscono una tradizione di musica secolare.

Onestamente non vediamo l’ora che le prove finiscano per sapere tutti i dettagli. La preparazione è durata diversi mesi, i brani sono davvero molto impegnativi, Edo non conosce nessuno dei partecipanti, sono situazioni alle quali è abituato, ma stavolta è all’estero!!!

Lo andiamo a riprendere all’orario stabilito, appena l’incaricato chiama a raccolta il suo gruppo e vediamo subito un bellissimo sorriso.

Viene salutato con un affettuoso “see you tomorrow sweetheart” e ci incamminiamo a piedi verso l’hotel in un fiume in piena di racconti.

La stanchezza è tanta, è stato un pomeriggio intenso, ma ricco. Il ghiaccio è rotto e lo vediamo sollevato: i timori del pre-partenza hanno lasciato spazio alla certezza del “ce la posso fare”.

Gli insegnanti sono stati accomodanti e gentili, i ragazzi simpatici, spuntano aneddoti divertenti.

Suzuki Gala: alle 9 del giorno dopo, siamo davanti alla Royal Albert Hall.

Siamo felici ed emozionati, orgogliosi e quasi increduli. Come è possibile che da quella borsetta nera di tela della CML siamo arrivati fino a qua dove hanno suonato tutti i più grandi della musica? Come hanno fatto le “patatine fritte” a diventare il Terzo Movimento del Concerto per Violino di Mendelssohn?

Davanti a noi uno spettacolo di compostezza di bambini e ragazzi che esibiscono fieramente la divisa Suzuki: centinaia e centinaia di pantaloni neri con la piega e camice bianche fresche di stiro, strumenti sulle spalle e pranzo al seguito. Silenziosi, concentrati, in fila. Un veloce saluto e un sorriso prima di entrare e via di nuovo dietro a quelle porte che hanno visto passare la storia della musica mondiale.

Li rivediamo alle 14.30 quando le porte stavolta si aprono anche per noi che finalmente possiamo godere di un colpo d’occhio impressionante: sono 1300 puntini bianchi che si stanno schierando nelle loro posizioni.

Edo lo scorgiamo subito, tra i tanti, così come i genitori seduti al nostro fianco ci annunciano con soddisfazione di essere riusciti a trovare nella folla tutti e tre i figli, mentre sfogliamo il programma di sala e leggiamo i loro nomi.

British Suzuki Gala

Ore 15.00 inizia lo spettacolo.

Si avvicendano sul palco le personalità del panorama Suzuki britannico, europeo ed internazionale che introducono i vari brani. Sono due ore e mezza di meraviglia pura, un livello di suono e una qualità pazzeschi.

Incredibile pensare come ognuno di questi bambini abbia studiato in autonomia, a casa propria e nella propria scuola con i relativi insegnanti e che ritrovandosi qui in poche ore siano in grado di produrre uno show così entusiasmante. Gli applausi scrosciano, la commozione è tanta.

Suzuki Gala: il Finale

Il finale ci riserva un momento davvero toccante: sentiamo suonare ancora quelle “patatine fritte” da cui tutto è cominciato. I genitori nel pubblico accompagnano battendo le mani. Sappiamo tutti cosa vogliono dire, sappiamo che sono loro che ci hanno traghettato fino a dove siamo. Conosciamo bene tutto il percorso, e a tratti non è stato facile. Ma ora siamo qua, insieme, e ci sentiamo dire che siamo stati bravi, sì anche noi genitori. Perché stiamo costruendo un mondo migliore, una famiglia alla volta. E ci sentiamo riconoscenti nei confronti dei nostri insegnanti Suzuki, della nostra Scuola di appartenenza. Perché questa filosofia educativa implica la guida di queste persone speciali, figure insostituibili nella formazione dei nostri ragazzi e nella costruzione di ciò che il Maestro Suzuki si auspicava e cioè una società di “bravi cittadini dal buon cuore”.

Sull’ultima nota di “bella stella” in versione Gala, un mare di coriandoli avvolge i bambini, il bianco delle camicie diventa un arcobaleno colorato: un’esplosione di gioia! Viviamo un momento quasi onirico, e vediamo davanti a noi diventare realtà i capisaldi del Metodo: la musica che non discrimina, la musica che annulla tutte le distanze ed è un linguaggio universale.

L’uscita è ancora una volta ordinata, ma il silenzio della mattina è sostituito da applausi, fiori e abbracci. Le famiglie si ritrovano e si va a festeggiare, giustamente, questi meravigliosi ragazzi che si sono resi protagonisti di qualcosa di indimenticabile.

Sulla via del ritorno al terminal delle partenze, un insegnante riconosce Edo e lo saluta calorosamente dandogli appuntamento alla prossima avventura.

In un mondo in cui essere connessi sembra l’unica cosa che conta, questo è il tipo di connessione che ha veramente un senso.

E allora… alla prossima!!!

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